Eccoci qua! Come tutti gli anni a Gennaio si inizia a pensare ai nuovi viaggi da intraprendere. Quest’anno erano molte le opzioni da scegliere (in realtà sono infinite), ma abbiamo prediletto dirigerci verso una nazione in cui le nostre moto non avevano messo ruota…
Perché parlo al plurale? Perché ogni anno i viaggi più importanti vengono fatti in due (io e il mio amico) con due mezzi: un GS 1200 e una R 1200.
Ormai il meccanismo di programmazione è oliato così come il principio che deve accomunare il viaggio…
Il viaggio deve essere il più libero, vario e colorato di quello precedente e deve rispondere a un canone che a due genovesi risulta molto “interessante”, ovvero il più economico possibile…(una volta a LUCERNA ho dormito in una ex prigione!)
E così deciso! Partiamo da GENOVA e arriviamo a PAMPLONA per la festa di SAN FIRMINO e poi attraversando i PIRENEI ritorniamo fermandoci in CAMARGUE.
Detto fatto. I primi giorni di Luglio iniziamo a caricare le due moto come due muli, compreso il mio rudimentale impianto di navigazione fatto di fili agganciati direttamente alla batteria e un cradle comprato on line!
Pronti via…partenza molto presto per godersi il viaggio in totale relax e non soffrire del caldo torrido estivo.
Destinazione MONTPELLIER
Il viaggio scorre veloce e tranquillo.
La compagnia della musica nel casco oltre i tre segni convenzionali usati per fermarsi che caratterizzano i tratti di lunga durata: mangiare, bere e benzina…altro non serve.
Prima tappa MONTPELLIER
Montpellier è una città universitaria, piena di vita, di storia, di gioventù e soprattutto di locali. Nel centro converge la movida (masse di giovani che si spostano da un locale all’altro), ma anche ha sede lo splendido palazzo della facoltà di medicina (assolutamente da visitare!) vicino alla cattedrale con le sue torri medievali imponenti!
Spostandosi verso il centro si trova il palazzo del comune, ma anche il mercato e le piccole stradine che riservano scorci di natura e di arte (molti palazzi sono dipinti con la tecnica del trompe l’oeil decorati da writers veramente bravi. Fantastico).
Un consiglio. Visitate l’Esplanade du Peyrou un giardino pubblico dove potrete difendervi dal sole della Linguadoca (veramente forte a mezzogiorno). Il tempo di imbatterci in una chiesa sconsacrata e utilizzata per mostra di pittura pop art ed è già tempo di ripartire. La strada che porta da MONTPELLIER a BIARRITZ è particolarmente interessante (anche se in fin dei conti è autostrada), una sorta di mix tra spianate di girasoli (a perdita d’occhio) e grandi colline con le loro salite e discese.
Durante questa traversata il nostro sguardo ha incrociato la splendida CARCASSONNE (città medievale) che si fa ammirare anche da lontano. Fermatevi su una piazzola di sosta e gustatevi il suono insistente delle cicale. Potreste sedervi nella parte più panoramica della piazzola a prendere un po’ di ombra e godere del profumo dell’estate guardando la cittadella antica (veramente bella da fotografare da lontano) così incastonata tra le colline e i vigneti.
Si riparte, meta BAYONNE (si è vero prima ho detto BIARRITZ, non è un errore! Non si trovava posto per dormire così abbiamo ripiegato su una cittadina che dista 10 km) Bayonne non è da sottovalutare è una città graziosa che risente della cultura basca.
Lo si è visto soprattutto durante un matrimonio al quale abbiamo partecipato (un po’ imbucati) come spettatori attivi (sembravamo i parenti lontani che nessuno vede da anni, ma che si presentano agli eventi di famiglia).
Vi consiglio di fermarvi davanti alla cattedrale di Saint Marie de Bayonne e magari vistarla nel chiostro e in tutta la sua possenza.
Girare per il centro fa capire che siamo in una “terra di mezzo” una comunità che non ha mai smesso di mantenere le sue origini (vedere gli anziani indossare il tipico baschetto della zona è impagabile).
Biarritz ci aspetta per cui prendiamo le moto e andiamo a vedere le onde dell’Atlantico. Sentire il vento, l’odore del salmastro che penetra nelle narici, il sale che si appiccica ovunque è impagabile.
Qui è bello fare la passeggiata che percorre la costa per raggiungere la VIRGIN ON THE ROCKS (meta prediletta di tutti i turisti e anche di una moltitudine di gabbiani!).
Prima di prendere una birra in un locale tipico, infatti, ci siamo fermati ad ammirare la costa, scorgendo uno scoglio sulla cui sommità erano piantate numerosi croci a commemorazione.
Sembrava di vedere un quadro che rappresentasse un’ambientazione piratesca. Fatta mattina del 6 luglio è ora di raggiungere la nostra meta principale PAMPLONA.
Il viaggio scorre tutto in Statale, prima passando per spiagge “conquistate da surfisti” e poi in piccole cittadine e, mano a mano che ci si allontana dalla cittadina francese, iniziano a fare capolino i cartelli con scritta spagnola.
Gli ultimi 80 km sono caratterizzati da una provinciale bellissima che passa ai piedi dei Pirenei. Vento fresco, boschi, fiumi e mucche al pascolo. Unica nota stonata la R 1200 sembra non avere più frizione… Sembra. Solo una regolata del registro e tutto può riprendere.
Entriamo “trionfanti” a PAMPLONA, ma la vera sfida è trovare un posto letto. Durante la festa la cittadina che dovrebbe contenere i suoi circa 190.000 abitanti di norma, ne ospita quasi 1.000.000!.
Il nostro posto letto? Trovato! Un ostello dietro ad un benzinaio il cui nome è proprio quello della benzina venduta al distributore.
Il 6 luglio si vede che è il giorno della vigilia di SAN FIRMINO. La città sembra assonnata, caliente (come si dice da queste parti, ma nel senso della temperatura alta) i negozi tutti chiusi e i numerosi chioschi inattivi.
La città è comunque già agghindata a festa, cartonati di tori si affacciano sui poggioli del centro, il palazzo del comune sta vestendosi a festa e si stanno preparando le barriere dove correranno gli animali durante EL ENCIERRO (la corsa dei tori vera e propria).
Ed ecco il giorno 7 (primo giorno di SAN FIRMINO).
Quelli che dicono che SAN FIRMINO è solamente una festa non vi dicono la verità. SAN FIRMINO è una guerra! Una guerra molto, troppo festosa.
Perché dico questo? Basti pensare ai numerosi poliziotti in uniforme anti-sommossa e ai numerosi elicotteri che sorvolano le piazze principali.
La piazza che però ci interessa è quella dell’Ayuntamiento (il Municipio) dove verrà dato il via alla settimana più folle del pianeta.
Pensate ad 1.000.000 di persone che urlano all’unisono inneggiando il sindaco ad accendere la miccia che farà esplodere i tre petardi che daranno il “via alle danze”(EL CHUPINAZO).
Più uno si avvicina alla piazza, più si fa la doccia con la sangria, perché la stessa viene lanciata a secchiate dai poggioli! (e noi sotto)
SAN FIRMINO è il delirio umano e noi vestiti con i tipici colori locali (maglietta bianca e fazzoletto rosso con il simbolo della città di IRUNA) ci muoviamo per le strade in maniera abbastanza disinvolta ma guardinga.
Il momento decisivo sarà però la corsa con i tori.
Mattina presto per le 7 (la partenza è fissata per le 8) tutti a vedere la mitica corsa. Adrenalina allo stato puro.
Un percorso di 800 metri fino all’ARENA. Questa corsa non termina con la sola uscita dei tori, ma una volta sfilati gli stessi le porte si chiudono (chiudendo così nell’arena i corridori più coraggiosi) ed inizia la cosiddetta VAQUILLA.
Il popolo, intonando un coro cadenzato (MAN-ZO – MAN-ZO) chiede che venga liberato un torello in mezzo alla folla e che dietro al torello venga liberato anche un BUE! (corna comprese)
Da non credere…
Non so per qual motivo, forse perché colpito da questo delirio generale o dall’atmosfera così carica di tradizione, di coraggio, incoscienza, allegria e terrore il secondo giorno mi convinsi a partecipare.
Forse per il sorriso di una ragazza di TOLEDO che mi disse di voler partecipare, o forse per una mia incoscienza interiore mi misi tra i corridori. Non riesco a descrivere la paura, l’eccitazione e anche il terrore misto a coraggio che provai, ma lo feci. Sentiti i colpi di petardo, che danno il via alla corsa, si intuisce che si stanno avvicinando i tori insieme ai buoi e le persone iniziano a correre.
Panico.
Correndo non si ha la capacità di capire dove siano gli animali, ma si sente la loro presenza e i loro zoccoli sul selciato e questo basta.
Mi faccio sfilare dai tori, mi butto sulle transenne e riesco a scattare una fotografia mentre sfilano allontanandosi (i tori sono più veloci sono già arrivati a destinazione). Il cuore batte all’impazzata ma il peggio (o il meglio) è finito…posso respirare e fermarmi sorridendo.
Solo il tempo di pensarlo e un toro decide di cambiare direzione e ritornare su i suoi passi. Panico generale tra la folla, mi butto dietro le transenne, mi ammacco ma ormai l’animale è lontano.
Un ricordo contrastante e unico mi accompagnerà per sempre.
I giorni sono trascorsi anche troppo veloci qui a PAMPLONA ma è l’ora di salutare la regione della NAVARRA e recarci a SARAGOZZA.
Arrivare a Saragozza non sarebbe una fatica salvo che il giorno 8 luglio la colonnina di mercurio tocca limiti mai visti.
La temperatura in centro città sfiora i 46 gradi. Non vediamo l’ora di arrivare per farci una doccia fresca.
Prima di arrivare a SARAGOZZA si passa per un’autostrada che attraversa ambienti semi-desertici ma affascinanti.
I colori rosso fuoco della terra, i piccoli appezzamenti di terreno coltivato e costruzioni storiche sulle colline.
Saragozza ci da il benvenuto con la sua temperatura infernale.
Un po’ di riposo e poi in centro città a fare qualche giro.
E’ la Basilica di Nostra signora del PILAR che la fa da padrone.
Un’enorme basilica con quattro campanili che si affaccia sul fiume EBRO (il fiume che attraversa la città).
Bellissima da vedere al tramonto con i colori del sole che si specchiano nel fiume e la sagoma della basilica che si confonde nella notte.
I ritmi della vita qui nella NAVARRA più calda (ma come in tutta la Spagna) sono ritardati rispetto l’ITALIA. I negozi aprono tardi e chiudono altrettanto tardi (per sfuggire al caldo torrido che abbraccia la città).
Le moto non hanno avuto sussulti, ma hanno bruciato troppo olio. Non ne abbiamo più dobbiamo rabboccare. Per trovare un Castrol 15/50 ci si deve affidare ad alcuni santi e a tutti i beati. Siamo in Spagna e sembra che i negozi specializzati non ci siano.
I benzinai propongono gradazioni da auto, ma non sanno dove poter trovare il “sacro GRAAL”.
Finalmente una piccola officina MONTESA si muove a pietà e trova un litro per poter far abbeverare i nostri veicoli.
Una visita alla ROMAREDA (lo stadio del REAL SARAGOZZA), al Aljaferia (una piccola ALHAMBRA) e al centro storico ricco di statue, chiese gotiche e barocche, fontane e negozi caratteristici.
Si può ripartire ed iniziare a ritornare sui nostri passi.
Da SARAGOOZA a TOLOSA è un passaggio caratteristico soprattutto perché si parte da una zona semi desertica per arrivare sui Pirenei e vedere anche a luglio qualche ombra di neve.
Rimarrà nella mia mente un rapace che nella solitudine del nostro viaggio, forse incuriosito da due turisti su due ruote mi accompagna dall’alto e con la sua apertura alare maestosa sembra darmi l’addio alla NAVARRA (peccato non avere avuto un’ ACTION CAM a disposizione!).
Arrivati sui Pirenei mentre percorriamo la statale ci si para davanti una mandria di vacche, accompagnate dal relativo toro. Scolliniamo e ci ritroviamo in Francia. Una sosta per rifocillarsi con un panino e poi si riparte direzione TOLOSA.
TOLOSA tappa intermedia che ci porterà alla nostra ultima meta SAINTE MARIE DE LA MER.
Camargue pura.
Avevo letto qualcosa circa la presenza dei famosi cavalli bianchi della CAMARGUE, ma anche la presenza di numerose specie di volatili, tra cui i fenicotteri rosa.
Prima di entrare in paese (4 o 5 km prima) si può incontrare un parco natura (le indicazioni sulla statale sono molto scarne prestate attenzione se volete trovarlo).
Ci si ritrova dentro un’enorme zona palustre dove nidificano e prolificano animali di diverse specie.
I primi eccoli! Con il loro fascino altero sono i fenicotteri.
Fenicotteri liberi a vista d’occhio, ma anche cicogne, libellule rosse, cavalli bianchi insomma un vero ambiente incontaminato.
Postazioni fotografiche sono posizionate ovunque per cui gli amanti della fotografia non avranno che la scelta di immortalare le loro “prede fotografiche”.
Il sole è infernale, ma la curiosità di passeggiare per il parco è enorme.
Si vedono da lontano anche allevamenti di cavalli e di tori.
Si respira aria di libertà e d’estate selvaggia.
E’ l’ora di scoprire il centro di SAINTE MARIE DE LA MER una ridente cittadina che si affaccia sul mare.
Piccoli locali di ogni genere arricchiscono il centro e mille ristorantini tipici soddisfano le più attente esigenze alimentari.
L’ultimo giorno di viaggio sta per terminare, così come sta per terminare la vita del sole in questa giornata infuocata.
Lasciando a malincuore tutti i ricordi dietro di noi il sole sembra salutarci calando, regalandoci i suoi raggi dorati e dipingendo il cielo di rosa e arancio.
Come in una magia anche gli stessi cavalli bianchi sembrano avere la criniera infuocata perché baciata dal sole.
E’ finito anche questo viaggio…sarà difficile scordarlo.
I ricordi però faranno subito posto a nuove idee e sfide da superare.
ALESSIO FORELLA
Vi abbiamo lasciato leggere tutto d’un fiato questo spettacolare itinerario di viaggio, che ci ha raccontato con il fiato sospeso e le moto rombanti il nostro amico Alessio, accompagnato nella sua avventura dal suo amico di strada Pino.
Alessio ha risposto al nostro invito lanciato su Twitter con hashtag #DreamandTravel e il suo racconto ora è pubblicato nel portale MotoPier, siamo molto onorati!!!
Per l’occasione Alessio, appassionato di moto e di viaggi, si è lasciato intervistare per darci qualche notizia gustosa e pratica e qualche dietro le quinte e un consiglio per tutti voi che amate “macinare chilometri in strada”!
Puoi dirci in quanti giorni hai fatto questo tuo incredibile viaggio in moto?
Inizio venerdi 3 luglio fine domenica 12 luglio.
Mappa viaggio… e chilometri macinati totali 😀
Ti allego la mappa del viaggio e ti riassumo le tappe: Genova, Montpellier, Bayonne, Biarritz, Pamplona, Saragozza, Tolosa, Saint Marie de la Mer e ritorno a Genova (totali km 2700 circa).
Costo approssimativo di tutto il viaggio…?
Costo 800 euro.
Momento topico e divertente?
Il momento topico non saprei ce ne sarebbero tanti, ma a Pamplona durante la festa ci siamo imbattuti in personaggi stralunati (ti allego una foto di due che secondo me non sapevano dove stavano e che avevano rubato una gamba ad un manichino e non so come abbiano fatto!). Se si intende di sensazioni avventurose allora direi San Firmino il primo giorno e la corsa.
Consiglio number one per mettersi in viaggio?
Il consiglio: niente paura, guidare sereni, godersi la strada, un minimo di organizzazione (ma mai troppa, il bello è la sorpresa).
Se volete conoscere qualcosa in più di Alessio lo trovate su Facebook e Instagram.
Se anche tu vuoi far parte dei nostri amici biker scrittori di viaggi nella rubrica di MotoPier “diario di viaggio” #DREAMandTRAVEL raccontaci la tua storia scrivici cliccando qui…!
Ti aspettiamo e grazie ancora di cuore Alessio, alla prossima!