Una moto in Norvegia
di Nick Murdaca
Ricevo un messaggio su Whatsapp dal mio amico Oscar. Mi dice che vuole vedermi in pausa per raccontarmi del suo ultimo viaggio fatto in solitaria a bordo della sua Honda Goldwing Trike, un vero bestione di oltre 500 kg, blue elettrico; un tre ruote, dal fascino un po’ Harley Davidson, un po’ Chopper e con tanta voglia di macinare chilometri.

Di Ernst Vikne (By the Atlantic Ocean Road) [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
Ci diamo appuntamento al bar vicino allo studio. Tra una birra e un panino, inizia a parlare tirando fuori una cartina geografica, e dicendomi che la sua destinazione è la Atlantic Ocean Road. Punta il dito sulla Norvegia, un autentico Paese delle meraviglie per chi pratica mototurismo, grazie ai suoi paesaggi mozzafiato, i fiordi maestosi e dove il Sole della mezzanotte non tramonta mai.
Partendo dall’Italia, percorre circa 1700 km prima di sbarcare via traghetto in una località situata sulla costa Sud del paese. Lungo il tragitto che lo porterà sulla costa occidentale, mi incanta descrivendomi la bellezza dei vari fiordi di quella regione, e di come questi bracci di mare si insinuino all’interno, anche per molti chilometri. Così belli da togliere il fiato.

Di Birgit Juel Martinsen from Horsens, Denmark (Mountain road to Lysebotn) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
Come i 27 tornanti della Lysebotn Road, una strada tutta da godere con un dislivello di 900 metri disegnata su aspre montagne, a picco sul fiordo da cui prende il nome. Mi spiega che in norvegese significa: fiordo della luce, poiché questo nome è dovuto al colore delle rocce granitiche delle pareti e della luce azzurrognola che copre velatamente tutta la zona. Non è stupendo?
Continua, dicendomi che, nonostante la stagione estiva, durante il viaggio lo sguardo si posa su vette innevate, cascate e ghiacciai che si possono ammirare nel più grande altopiano dell’Europa del Nord.
Con la moto passa di fiordo in fiordo, come quello più stretto al mondo: solo 250 metri incastonato tra montagne altre 1800 metri con vista su tranquille acque color turchese. Roba da National Geographic e, letteralmente, un Patrimonio Mondiale dell’Umanità dichiarato dall’Unesco.
Si imbatte in strade panoramiche più belle al mondo da fare arrampicandosi con la moto su tornanti a picco sul fiordo, per giungere infine su una terrazza “da cui si vede uno spettacolo che descrivere a parole non rende l’idea!”, parlandomene come se fosse un invito a vederlo di persona.
Mentre mi raccontava tutto questo, dalle sue parole capivo che quello che aveva visto era uno spettacolo per gli occhi, in cui la Natura si deve essere divertita contrastando acqua e ghiaccio con immense distese verdi.
Puntando la ruota anteriore del suo Trike, più a Nord, si dirige verso l’arrivo previsto: percorrere la magnifica e impressionante Atlantic Ocean Road, una strada pazzesca che entra nell’oceano, ai confini con il Circolo Polare Artico. Non per niente è considerata come la strada più pericolosa al mondo a causa del vento e delle eventuali forte mareggiate che rendono difficile la guida.
Oscar, il mio caro amico baffuto e un po’ panciuto, che mi cerca per parlarmi della sua ultima avventura in giro per il mondo in sella alla sua Goldwing e mi racconta, come un fiume in piena, di terre di leggende dalla Natura selvaggia, di strade che tagliano montagne e l’oceano, e di cascate strepitose.
Grazie, amico, per aver ridato colore, chilometro dopo chilometro, ad emozioni ingrigite da tempo e per avermi regalato momenti di vera libertà.
Al prossimo viaggio.
Nick Murdaca
Per la nostra rubrica DREAMandTRAVEL – Diario di viaggio – ospitiamo Nick Murdaca che ringraziamo per aver accolto il nostro invito.
Attivo nel web con un sito che rispecchia un modo di intraprendere il percorso della vita utilizzando risorse e tecniche per accrescere il benessere interiore e non solo, nel suo spazio on line: Energie come usarle, vi accompagnerà nel suo mondo di riflessioni.
Intanto ci gustiamo questo suo racconto tra la fantasia e la realtà, permettendoci di sognare luoghi fantastici alle appendici della Norvegia, in compagnia del suo amico Oscar, ci porta a Atlanterhavsveien, detta anche Strada dell’Atlantico, un tratto di 8 chilometri intervallato da scogli e isolette che offre panorami mozzafiato, in sella alla sua Honda Trike stile Harley Davidson, proponendo un itinerario allettante per tutti gli amanti delle due ruote.
Se vuoi partecipare anche tu con un tuo racconto, scrivici inviando il tuo testo a contacts[at]motopier[dot]it, verrà vagliato e potresti essere tu il prossimo protagonista su MOTOPIER!
Ti aspettiamo 😀
Credit image:
Immagine in evidenza Pinterest Pin.
Wiki common credit link in ogni immagine, in caso di attribuzione errata, provvederemo immediatemente a correggere i corrispondenti crediti, grazie per la condivisione di queste meravigliose immagini.
Photo Honda Trike Flikr Albert Stine e su Pinterest MotoPier, nella raccolta di favolose immagini.
Grazie a voi per l’ospitalità nella vostra splendida rubrica, e per l’invito a scrivere un racconto che mi sta molto a cuore!
Al prossimo viaggio!
@Nick @Roberta @Silvia
grazie dei vostri graditissimi feedback 😀 Nick rilanciamo la nostra rubrica è aperta ai prossimi viaggi con Oscar 😀
Siamo super felici di questa adesione!!!
Grazie! 😀
Che meraviglia! Posti fantastici, raccontati con il cuore ancora là in quelle strade e con il cuore appeso alla cartina, in cerca di nuove avventure… Bravo Nick!
Grazie 1000, Silvia!
Paesaggi stupendi, leggendo il racconto viene davvero voglia di saltare in sella alla prima moto disponibile e andare a vivere un’avventura del genere!
Elena, conserva questa voglia di avventura perché ci sarà un altro viaggio! 😉
@Elena,
infatti è proprio così, siamo tutti curiosi di leggere dove ci porterà Oscar nel prossimo viaggio 😉
@Roberta Castelli,
come è vero! Si viaggia anche con la fantasia, grazie per il commento 🙂
Le avventure “on the road” hanno sempre un fascino particolare! Articoli come questo ci fanno immaginare di essere, almeno per un momento, dentro uno di quei viaggi…
Grazie Roberta. Fascino, sogno e realtà sono stati i tre ingredienti che mi hanno accompagnato per tutto il racconto. E della buona musica come sottofondo, ovviamente!