Senza meta di Salvatore Gabrielli

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Senza Meta 
di Salvatore Gabrielli 

 

Metto la prima, lascio andare un po’ la frizione, dò un po di gas e tutto comincia a muoversi.

 

Comincia una strana alchimia, tutto sembra assumere un ritmo diverso, tutto sembra andare a tempo con il borbottio del motore, tutto sembra andare come dovrebbe sempre andare e comincio a fregarmene di tutto.
Non mi interessa più della meta che mi sono prefissato e macino chilometri dopo chilometri senza dimenticare di gustare ogni sussulto della mia moto e adoro il vento che mi entra sotto la giacca.

 

Ricordo la prima volta che guidai una moto, era una vecchia NSR 125, ricordo il rumore del motore e l’odore della miscela che mi impregnava le narici di quel bellissimo tanfo di benzina e olio, ricordo quando salii in sella e per la prima volta guidai.
Avevo il cuore a mille e una paura folle di non sapere cosa stessi facendo ma, pian piano, tutto sparì e mi prese una voglia matta di accelerare e guidare fino a che il culo non implorasse pietà.
Non dimenticherò mai quella sensazione di libertà ed eccitazione che quel mostriciattolo seppe regalarmi.

 

Ed ancora oggi quelle sensazioni si presentano vivide e selvagge come allora, ogni volta che salgo sulla mia moto, con cui posso dire di aver dormito in innumerevoli giacigli di fortuna, l’unica cosa che voglio è andare, andare e continuare ad andare fino a che il mondo non giri completamente sotto le mie ruote.
Non mi interessa avere una meta, non mi è mai interessato, io guido e con me ho sempre un materassino e una coperta, se serve, perché gli alberghi proprio non fanno per me.
Quello che mi ha sempre dato la moto, oltre al piacere di guidarla, è la possibilità di vivere il momento senza condizionamenti, senza tempi e cartellini da timbrare, senza fottuti doveri che ti stanno alle calcagna per attendere a qualcosa che fondamentalmente non ho mai voluto.
A volte resto attonito considerando quanto tempo butto via, quanto tempo regalo per potermi permettere di vivere secondo dettami di una società che proprio non mi va a genio.
Questo però non accade quando sono in moto.
Senza META
Sono polvere, sono asfalto, sono vento e sole, sono vibrazione, sono sudore e caldo, sono quello che mi passa per la mente e l’unica cosa che conosco è l’infinità di scelte che ho innanzi.

 

Quando guidi la senti la vita?
Quando guidi lo senti il tempo che è tuo e nessuno può fregartelo?
Quando guidi lo senti il cuore?

 

Io sento tutte queste cose ed ecco perché della meta, dell’arrivare, non mi interessa; non voglio arrivare, non voglio mai smettere di sentirmi come quel giorno di tanti anni fa su quella NSR, quando il vento per la prima volta mi raccontò quanto bello potesse essere il suo fruscio sulla pelle e quanto grande fosse il mondo.
Sono uno che ama viaggiare ma odia ritornare, non si deve mai vedere lo stesso film due volte.
Vorrei appartenere all’immensa schiera delle cose e dei luoghi che formano il mondo e l’unica considerazione che riesco a fare e di non fermarmi mai perché se mi fermo, per più di un giorno, allora divento quel posto e quelle cose e io non voglio essere un posto o una cosa sola, vorrei poter avere la sensazione di appartenere ad ogni luogo del mondo.

 

Se fosse possibile, se esistesse un modo di vivere che lo consentisse, prenderei la mia moto e andrei senza mai tornare due volte nello stesso posto fino a quando il destino non voglia che io debba parcheggiare fuori dall’inferno o dal paradiso.
Io metto la prima e vado e se ci incontreremo sarà solo perché ci incroceremo ma non credo che mi possiate rivedere sulla via del ritorno.

 

Non voglio tornare, non me lo permetto, voglio cavalcare il fiume con la mia moto solo per poco e gettarmi nell’oceano senza argini, voglio fermarmi quando  voglio, voglio navigare nella rete reale del mondo facendolo e non desiderandolo.
Vado e saluto la mia falsa libertà per godere di immense possibilità fatte di su e giù, di destra e sinistra, di avanti e mai indietro.
Vado e guido perché il vento mi raccontò quanto bello fosse il suo fruscio sulla pelle e di quanto grande fosse il mondo, su una vecchia NSR.
Salvatore Gabrielli
Salvatore Gabrielli, ama la sua moto e lo si avverte subito a pelle con questo racconto tutto mordente e passione!
Grazie di aver collaborato con MotoPier nella nostra rubrica #DreamAndTravel e di aver condiviso emozioni da centauro!
Se volete seguirlo, fate rombare le vostre moto sul suo blog di viaggi e non solo http://www.motoraccontare.it/

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