Quali doti deve avere un campione del mondo di moto?
Non c’è trippa per gatti direte! Un campione nasce campione e non c’è nulla da fare…! E invece vi sbagliate… Un campione ha la stoffa è vero, ma poi conoscerà il sarto che di quella stoffa ne farà un vestito indossato alla perfezione...
E il “sarto” è fatto da tante piccole cose, che messe insieme costituiscono il mezzo per diventare un campione 😀
Mi riferisco ancora al libro “Quindici volte” di cui vi ho già dato un piccolo assaggio presentandovi i personaggi conduttori della biografia-racconto creata da Luca Delli Carri ripercorrendo la vita di Giacomo Agostini, quindici volte campione del mondo!!!
Questo libro mi ha affascinata e oggi ve lo racconto in un modo un po’ diverso: vi narro delle doti che deve possedere un campione di moto e di come possiamo attingere a queste doti per diventare anche noi, nel nostro piccolo, dei campioni nella nostra vita!
QUALI SONO LE DOTI CHE FANNO DI GIACOMO AGOSTINI UN CAMPIONE DEL MONDO?
- Consapevolezza che tutto sia stato controllato e sia a posto.
In questo caso la moto deve essere messa a punto alla perfezione, ogni minimo dettaglio rivalutato, controllato, verificato, smontato, rimontato fino allo sfinimento totale. - Precisione, pignoleria martellante nelle richieste. Non temere di chiedere, richiedere e controllare che le cose siano svolte come le hai in testa tu. Se ti avvali di un team non lasciare niente al caso!
Una specie di “gnomo rompiscatole” come ci suggerisce Nao, mai smettere di stressare meccanici, fornitori, gomme, accessori per avere tutto al TOP! La perfezione è un lavoro, un’arte, un percorso. - Supporto di amici, famigliari che non devono essere di ostacolo all’obiettivo.
- Fame di vittoria, tra l’altro mai soddisfatta! Peculiarità distintiva dei campioni.
- Perfezionismo sul lavoro come sulla vita. Non ci sono vie di mezzo, il sistema di pensiero devo coincidere anche nel sistema di vita. Niente incoerenze. Un motociclista professionista non puo’ andare a gozzovigliare fino a notte tarda, con grave dispiego di energie e poi mettersi alle prove pensando di dare il massimo.
C’è un bellissimo passaggio nel libro che vi attende su questo aspetto di grande valore umano. Divertimento si! Giacomo si è divertito, ma al contempo ha sempre messo per prima la sua passione: la moto! - Controllo della situazione
Ecco, questo è un punto estremamente importante. Tutti diremmo, che tenere sotto controllo la vita, significa non vivere, temere le difficoltà, avere una specie di delirio di onnipotenza! E invece no, questo è il modo sbagliato di concepire il controllo.
Il controllo sugli altri ad esempio è un errore, il controllo della propria vita nel senso di essere preparati di fronte a tutte le possibilità che potremmo affrontare è invece il modo giusto per diventare più forti e ci insegna ad non essere degli sprovveduti.
Dominare la situazione in moto, significa conoscere l’itinerario, le curve pericolose, dove scalare, dove accelerare, dove far corpo con la moto, dove calibrare il peso… sempre con gli occhi puntati sull’asfalto fino a che certi movimenti devono venire in automatico come dettati da un intuito primordiale, in cui cogli i messaggi e li riprendi e li sai decifrare all’istante velocemente e senza sbagliare mai, facendo girare sempre tutto liscio come l’olio!
Abbiamo dimenticato qualcosa? Certamente sono molte altre le qualità che possono fare la differenza, aggiungi tu quali secondo te sono indispensabili.
ESSERE CAMPIONI NELLA VITA
E nella vita? Si puo’ prendere spunto da questa analisi per diventare dei campioni nella nostra vita? Io credo proprio di SI! Un campione è pur sempre una persona che è riuscita a dare un senso preciso alla propria vita, ottenendo fama e successo e raggiungendo i propri sogni. Noi possiamo emulare nel nostro piccolo, cercando di progettare le nostre azioni nello stesso modo.
Nella vita è importante avere dei punti di riferimento, delle persone da ammirare e che ci lascino delle regole a cui affidarci sapendo che funzioneranno, ci insegnino come affrontare la vita, soprattutto le difficoltà. Ognuno di noi ha avuto almeno uno o due persone di questo tipo, ai più fortunati corrispondono i genitori o uno di essi se è riuscito a farsi ben volere dai propri figli, ma spesso queste persone non rientrano nell’ambito famigliare sono pezzi di storia che si possono trarre da una figura esterna: un insegnante, un amico di famiglia, una zia stravagante…
Oppure possiamo attingere da personaggi famosi che nella vita sono riusciti ad affrontare ostacoli. che per i più sarebbero insormontabili o magari sarebbero considerate vere e proprie “pazzie”.
Vi starete chiedendo perché mi ha così incuriosita Giacomo. I motivi sono tanti, io credo molto nel bagaglio di esperienze delle persone che hanno segnato un’epoca, mi riferisco anche alle persone semplici, come scritto poc’anzi, un padre puo’ insegnare più di mille libri di storia, ma qui sto cercando di approfondire un concetto.
Come fare a diventare un vincente, un campione, una persona che di fronte alle difficoltà non si arrende mai?
E forse, ho l’ardire di pensare che un motociclista, che puo’ perdere la vita ad ogni gara, puo’ insegnarci quali sono le qualità, le predisposizioni di animo per fronteggiare le paure e stati di grande tensione come l’inizio di una gara e la gara stessa?
Quante volte vi sarà capitato prima di un colloquio di lavoro o di una interrogazione di avere la bocca asciutta, il cuore a mille, la mente confusa? Di non aver voglia di parlare con nessuno, di cercare il silenzio o di parlare a tutto andare?
Tutto questo per tentare di calmierare l’adrenalina, lo stress, la carica di responsabilità che ci vede impegnati nella prova che dobbiamo sostenere. E se la prova andata male corrispondesse a perdere la vita? Certo detta così puo’ sembrare davvero terribile, ma la realtà, soprattutto per qualche decennio fa era molto più palpabile, basta leggere il libro “Quindici volte” per comprendere a cosa mi sto riferendo.
Perché fare una scelta di lavoro così estrema? Forse che il camionista non rischia la vita in egual modo? Come farà a sapere che sarà nel posto giusto sempre al momento giusto e che tutto filerà liscio come l’olio?
Entro quindi a passo svelto nel nocciolo del mio discorso, raccontandovi ciò che ho colto da questo meraviglioso libro, che è un trampolino di lancio per imparare ad essere centrati, preparati a tutti senza arrivare al delirio di onnipotenza, dove la linea di confine tra il controllo totale della propria vita e la perdita del senso delle cose è proprio ad un passo.
Quindi la consapevolezza che ci permette di essere sempre responsabili di quanto ci accade senza riversare colpe all’esterno: fare tutto dando il massimo di sé ed esigerlo dagli altri in ambito di lavoro, in famiglia, naturalmente escogitando un metodo garbato per ottenere dagli altri la massima collaborazione.
Precisione, essere molto precisi e costanti nel cercare di ottenere il massimo, non fare le cose alla “carlona”, ma riprogettarle fino a che raggiungono gli standard più elevati nelle nostre possibilità e spingersi anche un gradino oltre!
Supporto: circondarsi solo ed esclusivamente da persone positive, le altre ahimè dovranno fare a meno di noi, non ci serviranno a nulla e ci allontaneranno dai nostri sogni! Purtroppo dovrete tagliare i rami secchi, persone negative, o false positive, manipolatori e fasulli: per ottenere il massimo dalla vostra vita e veder germogliare la pianta, tagliate i rami secchi!
Fame di vittoria: io la paragono ad alzarsi alla mattina e pensare da subito alla nostra passione, al nostro sogno, se così non fosse non disponete di quella “fame” 😉 Una specie di innamoramento costante! Avete presente? Tipo quello per la vostra moto.. ahaha!
Perfezionismo: è molto simile e si mescola con la precisione, diciamo un perfezionismo preciso? Non maniacale e noioso, ma volto a raggiungere altri standard di performance.
Controllo della situazione: per non cadere nella trappola del delirio di onnipotenza e di controllare gli eventi, assumere un atteggiamento naturale, di sfida nei confronti della vita, perfezionando le doti di intuito e di cuore.
Questo è il mix, un cocktail di alcune qualità che possono darvi la possibilità di diventare dei campioni.
Se avete letto fino a qui, avete compiuto un passo per entrare in relazione con chi ha estrapolato il concetto e sostanzialmente condiviso un messaggio forte del libro “Quindici volte”, perché io credo che un libro inizi a svilupparsi nel momento in cui viene letto, prima è come un seme che non sa dove germoglierà!
Grazie Ago – Giacomo e Luca!
Alla prossima, non ho ancora finito di chiacchierare di questo libro,
Mary
Staff MotoPier – il posto giusto per la tua anima a motore!!!
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